RISPLENDE DI LUCE PROPRIA LA STELLA DI ANIELLO, SENZA OMBRE e BARBE INGOMBRANTI
L'ombra del Mosca e quello che faceva Aniello Cutolo passava in secondo pieno.
Immagini su immagini a celebrare i gol di Moscardelli, io per primo in piena estasi ai suoi gol.
Adesso Davide non c'è più, allettato da Gemmi (sic!) e dai soldi di Pisa; Aniello invece è rimasto , baluardo di una stagione passata a combattere una battaglia che sembrava persa, e la sua stella adesso brilla senza ombre, brilla di luce propria
Che poi, scorrendo e paragonando i gol di Moscardelli e di Cutolo nel corso della loro carriera, la bilancia pende nettamente dalla parte di Aniello.
Solo che Cutolo è personaggio schivo, riservato, diciamo che non sa sponsorizzarsi a livello di immagine perchè è un uomo che preferisce vivere la sua famiglia, preferisce far parlare i fatti, preferisce affidare al suo sinistro il ruolo di agente per le relazioni pubbliche.
Quello che ha fatto domenica contro l'Alessandria è quanto di meglio possa esibire del suo vasto repertorio
Tutto questo a pochi secondi dal termine di una partita che gli amaranto stavano immeritatamente perdendo
Il cruccio di Dal Canto, quello di non avere Cutolo con venti anni di meno e potersi permettere di farlo giocare in quella posizione per poco tempo, arma letale, folletto imprendibile.
Aniello riceve palla, quello che fa in quei pochi secondi, nello spazio ristretto di cinque o sei metri, resterà nella mente di chi era allo stadio per diverso tempo.
Cinque metri per superare in dribbling due avversari, venti metri lo separano dalla porta; uno sguardo verso quella direzione, bersaglio inquadrato, sinistro caricato, quando parte il pallone la sentenza è scritta su di esso.
Il tempo di un saluto, quale è il bacio sul palo e poi la rete si gonfia, così come si gonfia il petto di Cutolo nella sua corsa a perdifiato verso la sua Curva, il gol, eterna condivisione tra chi lo segna e chi se lo gode.